Il contenuto di minerali nelle diverse acque di rubinetto è estremamente variabile in funzione dell’origine della risorsa idrica e dei trattamenti che l’acqua subisce nel corso della potabilizzazione e distribuzione. In generale, le acque italiane, per più dell’85% di origine sotterranea, anche quando sottoposte a trattamenti di potabilizzazione, contribuiscono ad apportare quantità apprezzabili di alcuni minerali come risultato di fenomeni naturali di cessione da rocce e terreni a contatto con l’acquifero, ad esempio, calcio, magnesio, fluoro, ferro, manganese, zinco, iodio, selenio, zolfo, fosforo, potassio.
La durezza dell’acqua è il parametro indicatore che rappresenta il contenuto di sali di calcio e magnesio disciolti nell’acqua (come carbonati, bicarbonati, solfati, cloruri e nitrati). Tale contenuto dipende principalmente dall’origine dell’acqua del nostro acquedotto. Per esempio, le acque naturali sotterranee e di falda sono caratterizzate da concentrazioni di calcio superiori ai 100 mg/L e di magnesio non superiori ai 50 mg/L. La durezza dell’acqua è misurata in gradi Francesi (°F) dove un 1° F corrisponde a 10 mg/L di carbonato di calcio (CaCO3). In base al contenuto di CaCO3 poi l’acqua viene classificata come:
- fino a 4°F: molto dolci
- da 4°F a 8°F: dolci
- da 8°F a 12°F: mediamente dure
- da 12°F a 18°F: discretamente dure
- da 18°F a 30°F: dure
- oltre 30°F: molto dure
La durezza dell’acqua rappresenta quindi un parametro molto più specifico rispetto a residuo fisso e conducibilità elettrica perché non si limita a indicare solo la presenza o la quantità relativa di sali minerali nell’acqua potabile, ma ci permette di risalire fino al contenuto di due minerali in particolare, il calcio e il magnesio. La durezza dell’acqua allo stesso tempo può influenzare o essere influenzata dal suo pH. Infatti, più il suo valore è al di sotto della neutralità più l’acqua è acida, dolce, poco mineralizzata e priva di calcare. Al contrario, più il pH è al di sopra della neutralità, più alta sarà la mineralizzazione dell’acqua, che tenderà quindi ad essere alcalina, dura e ricca di calcare. La concentrazione di calcio e magnesio condizionano anche il sapore dell’acqua: a seconda della quantità di sale di calcio presente nell’acqua potabile. La soglia di sapidità per l’uomo è intorno ai 100-300 mg/L, mentre per il magnesio si stima che sia molto inferiore. In molti casi i consumatori hanno una tolleranza superiore ai 500 mg/L. Parlando di acqua dura o dolce si pensa subito al contenuto di calcare e all’impatto negativo sui nostri elettrodomestici. La percezione negativa di tale valore trascura però non solo il residuo fisso come buona fonte di calcio e magnesio ma anche come importante fattore di prevenzione di alcune patologie croniche.
La durezza dell’acqua potabile indica il suo contenuto in calcio e magnesio, due nutrienti fondamentali per favorire importanti funzioni vitali per il nostro organismo. Abbiamo già scritto di quanto l’acqua potabile sia fonte di minerali essenziali per mantenere attive diverse funzionalità e processi organici vitali. Il nostro organismo non è infatti in grado di sintetizzarli autonomamente e quindi il cibo e l’acqua rappresentano le principali fonti di approvvigionamento. Il calcio e il magnesio sono due tra i minerali più importanti, necessari nelle funzioni essenziali del corpo umano.