Nel corso degli anni le concentrazioni sono diminuite complessivamente sul territorio grazie ad interventi mirati che il gestore ha implementato sul territorio. I risultati sono stati raggiunti in parte grazie all’ottimizzazione dei sistemi di distribuzione che hanno consentito la riduzione dei volumi d’acqua attinti.
Il Gestore ha infatti puntato, fin dalla presa in gestione del territorio dell’ATO4, a ridurre costantemente lo sfruttamento delle falde acquifere, come dimostra il fatto di essere passati da quasi 131 milioni di mc d’acqua prodotti nel 2005 a poco più di 116 milioni di mc nel 2010. Questa ottimizzazione delle reti idriche ha fatto sì che, conseguentemente alla minor quantità d’acqua prodotta, sia derivata anche una parallela riduzione del quantitativo d’arsenico. Inoltre, Acqualatina è stato il primo gestore italiano ad avvalersi con successo di sofisticati macchinari per la dearsenizzazione, con tecnologia ad adsorbimento, che sono stati impiegati nei territori dove i valori di arsenico presenti nell’acqua risultavano elevati, come Castelforte e Cisterna di Latina.
Nel primo caso il problema è stato risolto, tanto che il comune sudpontino non risulta più tra quelli soggetti al fenomeno, mentre nel secondo caso gli impianti di trattamento hanno consentito di gestire le alte concentrazioni di arsenico presenti nel campo pozzo di Via Dante Alighieri a Cisterna, prima che quest’ultimo venisse del tutto dismesso. Un altro elemento che spesso si accomuna all’arsenico nelle acque di origine vulcanica è il fluoro che, in natura, si trova comunemente come ione floruro (F-). Esso è presente nella acque distribuite nella zona di Campoleone, nel comune di Aprilia a concentrazioni medie di 1,8 mg/L, lievemente superiori al limite tabellare (1,5 mg/L) ma abbondantemente al di sotto del limite di deroga (2,5 mg/L). E’ consigliabile pertanto evitare campagne di fluoro-profilassi laddove tale elemento sia già presente nelle acque ad uso umano.