Acqualatina risponde all’articolo “I buchi neri della calamità naturale”.
Non c’è nessun ritardo sulle azioni di emergenza, perché non si tratta di interventi previsti dal Piano degli investimenti approvato dalla Conferenza dei Sindaci di ATO4.
Sono interventi con carattere di urgenza, di cui solo la gravissima emergenza in atto determina la necessità.
 
Acqualatina interviene in merito all’articolo “I buchi neri della calamità naturale”.
Nell’articolo si parla degli interventi di emergenza in corso di realizzazione in questi giorni, come di “semplici e poco costosi ritocchi..” e di “ritardi..”.
In realtà questi interventi non sono in ritardo, perché non erano previsti dal Piano degli Investimenti approvato dalla Conferenza dei Sindaci di ATO4, come non era prevista, né prevedibile, un’emergenza che è definita tale a livello nazionale.
Quello che era prevedibile, visti i disagi vissuti nell’estate del 2016, era una carenza in linea con gli ultimi anni, rispetto alla quale Acqualatina ha messo a punto, prontamente, un piano di azione proposto ad ATO4 a settembre 2016 e approvato dalla Conferenza dei Sindaci a dicembre del 2016. Piano che prevedeva il potenziamento e la messa in sicurezza delle fonti esistenti, l’attivazione di alcune nuove fonti, come i Pozzi  Vòlaga, ma, soprattutto, un potenziamento sostanziale, per oltre 20 milioni di euro complessivamente, degli interventi per il  recupero delle perdite di rete, oltre all’anticipazione, ai fini della loro immediata realizzazione, di quelli specificatamente previsti per il Sud Pontino.
Tutto ciò che esula da quel piano, e che il gestore, per propria iniziativa, ha messo in campo nelle ultime settimane, rientra nell’ambito dell’emergenza, con interventi assolutamente impensabili in condizioni normali.
Infatti, quando a maggio 2017, in base ai nuovi dati registrati presso le stazioni pluviometriche e le fonti,  i tecnici di Acqualatina hanno verificato che le azioni già messe in campo non sarebbero state sufficienti per la situazione che si andava profilando, ben più grave di qualsiasi aspettativa, la Società ha deciso di adottare queste nuove misure che hanno un carattere di assoluta straordinarietà, e sulle quali si segue un avanzamento quotidiano.
Di quale ritardo parliamo, dunque?
Si parla di interventi che da settimane impegnano il gestore con ogni mezzo e che hanno richiesto uno sforzo straordinario a tutti i livelli.
Perché non si potevano attivare prima? Perché non erano previsti dal piano degli investimenti approvato dalla Conferenza dei Sindaci, piano che il gestore è obbligato a rispettare, appunto. Solo la gravissima emergenza in atto ne determina la assoluta necessità e, conseguentemente, Acqualatina ne ha proposto, con procedure di assoluta urgenza, la realizzazione
Pozzo di Forma del Duca: a differenza di quanto sostenuto nell’articolo, il pozzo di Forma del Duca era stato disattivato in quanto la risorsa risultava inquinata da diversi agenti patogeni, e non dal solo arsenico. Dalle analisi si riscontra, infatti, la presenza di Arsenico, Alluminio e Floruri. Per trattare questo tipo di sostanze, non sarebbe stato più sufficiente l’impianto di dearsenizzazione, e si sarebbe dovuto ricorrere a un diverso impianto, come quello, infatti, fatto oggi pervenire per l’emergenza, che ha richiesto un affidamento dedicato.
Attivazione Pozzi “Panapesca”: caso simile, anche se tecnicamente diverso, quello dei Pozzi Panapesca a Gaeta che, posti all’interno di una proprietà privata, forniscono acqua salmastra.
Questa tipologia di acqua non può essere trattata neanche dai dissalatori, ma necessita, per divenire potabile, di un impianto particolare, di difficile reperimento, e che è stato oggi, nella logica dell’emergenza, messo a disposizione, in via del tutto temporanea, da Veolia, che lo aveva in funzione a Marsala.
Diverso ancora è il caso dei Pozzi Vòlaga, che non erano nella disponibilità di Acqualatina ma della Regione Lazio, di cui Acqualatina ha chiesto in via eccezionale la consegna per la fase di emergenza e l’inserimento nel Piano Nuove Risorse a settembre 2016, approvato in Conferenza dei Sindaci a dicembre del 2016, come già sopra rappresentato.
Da allora, tutto è stato attivato in tempi record e la Società era pronta per l’attivazione molte settimane prima che venisse rilasciata l’autorizzazione all’utilizzo, ripetutamente sollecitata dai Sindaci dei Monti Lepini e da Acqualatina stessa.
Queste azioni, comunque, vanno ad aggiungersi a tutto quanto già in corso, dagli interventi di riparazione condotte, centinaia al giorno, alla ricerca perdite occulte e risanamento delle reti idriche, operazione in cui Acqualatina è impegnata in modo sostanziale e che sta dando, anche in questa fase di vera e propria emergenza, un contributo fondamentale per contenere i disagi dell’utenza.